Detrazione fiscale, cessione del credito e sconto in fattura
Quando si parla di bonus nel campo dell’edilizia si sente sempre parlare di questi aspetti: detrazione fiscale, cessione del credito oppure sconto in fattura. Non diamo nulla per scontato, vediamo cosa vuol dire ognuna di queste opzioni.
Studio
Gruppo tre architetti
Location
Milano
DETRAZIONE FISCALE
La detrazione fiscale è il metodo che storicamente permette di compensare i bonus in campo edile. I bonus casa, ecobonus, bonus facciate, bonus mobili e superbonus permettono come primo metodo di detrarre dall’IRPEF le spese sostenute con le relative aliquote previste dai vari bonus, ovvero 50%, 60%, 65%, 110%. Questo metodo (che era l’unico fino al 2020) permette di portare in detrazione le spese sostenute in 10 anni, dall’anno successivo alla spesa.
La detrazione fiscale ha vantaggi e svantaggi. Tra i vantaggi possiamo dire che non essendoci intermediari, la detrazione è massima e il beneficiario non ha costi. Tra gli svantaggi possiamo subito notare il fatto che la detrazione è in 5 o 10 anni a seconda del bonus e quindi il contribuente non rientra nell’immediato delle somme spese.
Un altro grande svantaggio è che non tutti i contribuenti hanno un IRPEF su cui fare la detrazione. Non lavoratori, possessori di partita IVA in regime forfettario e tanti altri non hanno un IRPEF su cui fare la detrazione fiscale e quindi non hanno la possibilità di usufruire di questi bonus.
CESSIONE DEL CREDITO
Nel momento in cui il contribuente non opta per la detrazione fiscale, una volta effettuato il pagamento alle imprese per i lavori che rientrano nei bonus edili appena citati, si concretizza un credito virtuale che quindi può essere ceduto a terzi. Spesso questi terzi sono banche, compagnie assicurative o società in generale disposte ad acquisire i crediti.
Questo metodo, introdotto dal Decreto Legge 34/20, permette di cedere il credito ottenuto con l’esecuzione dei lavori edili e questo credito può essere monetizzato nell’immediato. Il vantaggio di questa opzione è che chiunque può beneficiarne, non solo chi ha un imponibile IRPEF. L’altro vero vantaggio è la liquidità immediata del credito, senza dover aspettare i 5 o 10 anni della detrazione fiscale.
L’unico aspetto “sfavorevole” di questo metodo è che chi acquista il credito applica una commissione che deve coprire gli oneri finanziari dell’operazione. Pertanto, la cifra incassata dalla cessione del credito sarà sempre inferiore rispetto al credito ceduto. Gli istituti bancari applicano percentuali che vanno dal 10 al 20% del valore del credito ceduto come commissione sull’acquisto.
SCONTO IN FATTURA
Lo sconto in fattura è un caso particolare della cessione del credito. È anche una delle opzioni preferite dai clienti finali per comodità. In pratica l’impresa esecutrice dei lavori sconta della percentuale pari all’aliquota del bonus a cui possono accedere i lavori eseguiti.
Il cliente si troverà quindi una fattura scontata del 50%, 65%, 60%, 100% in base ai lavori eseguiti e dovrà effettuare un “bonifico parlante” per agevolazioni fiscali solo per la quota residuale. Contestualmente, il committente, dovrà cedere il credito all’impresa edile che a sua volta potrà cederlo ad un istituto di credito.
Un aspetto da non sottovalutare è che, con lo sconto in fattura, l’impresa aumenterà il preventivo, in quanto dovrà rientrare degli oneri finanziari per la futura cessione del credito.
Attenzione! Il “decreto antifrodi” di novembre 2021 ha introdotto l’obbligo di redigere una asseverazione di congruità dei costi per tutti i bonus esistenti, nel momento in cui il committente dovesse optare per lo sconto in fattura e per la cessione del credito. Dopo che un tecnico avrà redatto l’asseverazione, un commercialista dovrà redigere il visto di conformità e fisicamente attraverso il portale dell’agenzia delle entrate “sposterà” i crediti dal cassetto fiscale del committente.